
«LA SACRALITÀ DELL’UOMO. MEMORIA, INTELLETTO E VOLONTÀ: SIMBOLO DELLA SS. TRINITÀ»
Sant’Agostino e Luisa Piccarreta a confronto: La Trinità.
Di seguito possiamo leggere tra le pagine della storia del pensiero filosofico e scientifico una delle più alte, quella che va alla ricerca del vero Dio, Uno e Trino e che lo invoca pregandolo.
Tra Agostino d’Ippona (354 + 430) e Luisa Piccarreta di Corato (1865 + 1947) vi è una distanza di molti secoli. Una distanza, tuttavia, che annulla le differenze giacché la vera teologia cristiana insegna e conferma (consensus fidelium) che solo l’uomo può scoprire Dio dentro di sé, ovvero la Santissima Trinità essendo egli una creatura creata a sua immagine e somiglianza, esempio unico di materia vivente in tutto l’universo, vale a dire l’unica tra le più svariate forme di vita materiale dotata di pensiero:
Siamo l’unica forma di materia vivente dotata di ragione (prof. Antonino Zichichi). Afferma sempre Zichichi, il grande scienziato cattolico: «La scienza non ha mai scoperto nulla che sia in contrasto con l’esistenza di Dio».
Infatti! Memoria (lo Spirito Santo che è l’amore divino nell’uomo), intelletto (il Figlio che è la sapienza divina nell’uomo) e volontà (il Padre che è la potenza divina nell’uomo) sono simbolo in noi della Santissima Trinità.
Memoria, intelletto e volontà: simbolo della Santissima Trinità.
“Signore nostro Dio, crediamo in te, Padre e Figlio e Spirito Santo. Perché la Verità non avrebbe detto:Andate, battezzate tutte le genti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, se Tu non fossi Trinità. Né avresti ordinato, Signore Dio, che fossimo battezzati nel nome di chi non fosse Signore Dio. E una voce divina non avrebbe detto: Ascolta Israele: Il Signore Dio tuo è un Dio unico, se Tu non fossi Trinità in tal modo da essere un solo Signore e Dio. E se Tu fossi Dio Padre e fossi pure il Figlio tuo Verbo, Gesù Cristo, e il Vostro Dono lo Spirito Santo, non leggeremmo nelle Sacre Scritture: Dio ha mandato il Figlio suo, né Tu, o Unigenito, diresti dello Spirito Santo: Colui che il Padre manderà in mio nome e: Colui che io manderò da presso il Padre.
Dirigendo la mia attenzione verso questa regola di fede, per quanto ho potuto, per quanto tu mi hai concesso di potere, ti ho cercato ed ho desiderato di vedere con l’intelligenza ciò che ho creduto, ed ho molto disputato e molto faticato. Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa sì che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre la tua faccia con ardore. Dammi Tu la forza di cercare, Tu che hai fatto sì di essere trovato e mi hai dato la speranza di trovarti con una conoscenza sempre più perfetta.
Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza; dove mi hai aperto ricevimi quando entro; dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa’ che mi ricordi di te, che comprenda te, che ami te. Aumenta in me questi doni, fino a quando Tu mi abbia riformato interamente.
So che sta scritto: Quando si parla molto, non manca il peccato, ma potessi parlare soltanto per predicare la tua parola e dire le tue lodi! Non soltanto eviterei allora il peccato, ma acquisterei meriti preziosi, pur parlando molto. Perché quell’uomo di cui Tu fosti la felicità non avrebbe comandato di peccare al suo vero figlio nella fede, quando gli scrisse: Predica la parola, insisti a tempo e fuori tempo. Non si dovrà dire che ha molto parlato colui che non taceva la tua parola, Signore, non solo a tempo, ma anche fuori tempo? Ma non c’erano molte parole, perché c’era solo il necessario. Liberami, o mio Dio, dalla moltitudine di parole di cui soffro nell’interno della mia anima misera alla tua presenza e che si rifugia nella tua misericordia. Infatti non tace il pensiero, anche quando tace la mia bocca. Se almeno non pensassi se non ciò che ti è grato, certamente non ti pregherei di liberarmi dalla moltitudine di parole. Ma molti sono i miei pensieri, tali quali Tu sai che sono i pensieri degli uomini, cioè vani. Concedimi di non consentirvi e, anche quando vi trovo qualche diletto, di condannarli almeno e di non abbandonarmi ad essi come in una specie di sonno. Né essi prendano su di me tanta forza da influire in qualche modo sulla mia attività, ma almeno siano al sicuro dal loro influsso i miei giudizi, sia al sicuro la mia coscienza, con la tua protezione.
Parlando di Te un sapiente nel suo libro, che si chiama Ecclesiastico, ha detto: Molto potremmo dire senza giungere alla meta, la somma di tutte le parole è: Lui è tutto. Quando dunque arriveremo alla tua presenza, cesseranno queste molte parole che diciamo senza giungere a Te; Tu resterai, solo, tutto in tutti, e senza fine diremo una sola parola, lodandoti in un solo slancio e divenuti anche noi una sola cosa in Te.
Signore, unico Dio, Dio-Trinità, sappiano essere riconoscenti anche i tuoi per tutto ciò che è tuo di quanto ho scritto in questi libri. Se in essi c’è del mio, siimi indulgente Tu e lo siano i tuoi. Amen.”
Agostino, La Trinità, 15,51 – Preghiera al Dio Uno e Trino.
«La Santissima Trinità nelle anime»
Mentre pregavo stavo unendo la mia mente a quella di Gesù, gli occhi miei a quelli di Gesù, e così di tutto il resto, intendendo di fare ciò che faceva Gesù con la sua mente, coi suoi occhi, con la sua bocca, col suo Cuore, e così di tutto; e siccome pareva che la mente di Gesù, gli occhi, ecc., si diffondevano a bene di tutti, così pareva che anch’io mi diffondevo a bene di tutti, unendomi e immedesimandomi con Gesù.
Ora pensavo tra me: “Che meditazione è questa? Che preghiera? Ah, non sono più buona a nulla! Non so neppure riflettere nulla!” Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, come, ti affliggi di questo? Invece di affliggerti dovresti rallegrarti, perché quando tu meditavi e tante belle riflessioni sorgevano nella tua mente, tu non facevi altro che prendere di Me parte delle mie Qualità e delle mie virtù; 74 ora, essendoti rimasto solo di poterti unire ed immedesimarti a Me, Mi prendi tutto e, non essendo buona a nulla, con Me sei buona a tutto, perché con Me vuoi il bene di tutti, e solo il desiderare, il volere il bene, produce nell’anima una fortezza che la fa crescere e la stabilisce nella Vita Divina.
Poi, con l’unirsi con Me ed immedesimarsi con Me si unisce con la mia mente, così tante vite di pensieri santi produce nelle menti delle creature; come si unisce coi miei occhi, così produce nelle creature tante vite di sguardi santi; così, se si unisce con la mia bocca darà vita alle parole; se si unisce al mio Cuore, ai miei desideri, alle mie mani, ai passi, così ad ogni palpito darà una vita, vita ai desideri, alle azioni, ai passi; ma vite sante, perché contenendo in Me la Potenza Creatrice, insieme con Me crea, l’anima, e fa ciò che faccio Io.
Ora, questa unione con Me parte per parte, mente per mente, cuore per cuore, ecc., produce in te, in grado più alto, la Vita della mia Volontà e del mio Amore, ed in questa Volontà viene formato il Padre, nell’Amore lo Spirito Santo e, dall’operato, dalle parole, dalle opere, dai pensieri e da tutto il resto che può uscire da questa Volontà e da questo Amore, viene formato il Figlio; ed ecco la Trinità nelle anime.
Sicché, se dobbiamo operare, è indifferente operare nella Trinità in Cielo, o nella Trinità delle anime in terra. Ecco, perciò vado togliendoti tutto il resto, sebbene [siano cose] buone, sante, per poterti dare il più buono ed il più Santo, qual sono Io stesso, e poter fare di te un altro Me stesso, [per] quanto a creatura è possibile. Credo che non ti lamenterai più, non è vero?”
Ed io: “Ah, Gesù, Gesù! Io mi sento invece che mi son fatta cattiva cattiva; ed il maggior male [è] che non so trovare 75 questa mia cattiveria, ché almeno farei quanto posso a toglierla”. E Gesù: “Basta, basta; tu vuoi inoltrarti troppo nel pensiero di te stessa! Pensa a Me ed Io penserò anche alla tua cattiveria, hai capito?”
Libro di Cielo, XI Volume, 12 Giugno 1913 – Dal Diario della Serva di Dio Luisa Piccarreta – La Piccola Figlia della Divina Volontà

