«CARA INDI, PER TE: IL CIELO INFINITO»
Dedicato alla piccola: Indi Gragory.
Con quegli occhi che parlano di Cielo non si può “morire” così.
Innanzi a Cristo Giudice autore della vita, nessuno può decidere della vita degli altri, giacché siamo tutti ospiti su questa terra di martiri e diavoli incarnati in attesa di giudizio.
Il primo pianeta ad ospitarci infatti è stato proprio il grembo materno. Ma è durato poco il soggiorno.
Malgrado l’illusione siamo tutti di passaggio e nulla ci appartiene o ci porteremo via, poiché tutti dovremo lasciare tutto per affrontare nell’ora prestabilita il grande viaggio verso: il Tribunale di Dio.
La grande prova che ci confermerà o meno figli della Luce: morte, giudizio, inferno e Paradiso (cf. I Novissimi).
Come possiamo noi allora arrogarci il diritto di sopprimere una vita come se nulla fosse, molto più quando essa per decreto divino ha incontrato la luce venendo al mondo?
Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole» (Lc 16,15). Esecrabile!
Quale tracotanza satanica, dunque, ha eroso il cuore dell’uomo e reso schiava la nostra misera volontà umana accecandola di superbia, la quale si permette di ingerire nelle cose di Dio, nei disegni sublimi del Creatore che sa e vede tutto ‹ab aetèrno›, ossia da sempre?
L’urlo degli appena nati e poi soppressi si unisce a quello più straziante dei non nati.
Una strage d’innocenti: infinita. Di tutti i tempi.
Ma nonostante l’indifferenza generale degli umani fusi oramai con la fredda e inanimata intelligenza artificiale, l’ora della verità sopraggiunge anche per costoro, i tanti Erode modernisti di quest’epoca trans-umana o post-rinascimentale che si sono macchiati di simili crimini..
L’epoca infernale dell’antivita o dell’Anticristo.
Redde rationem!!!