ADAMO ED EVA,  BATTAGLIA ESCATOLOGICA,  CHIESA CATTOLICA,  FALSI CRISTI,  IN RILIEVO

«CRISTO È RISORTO VERAMENTE: HA VINTO. COME AVEVA PROMESSO»

Quante cose si possono dire in questo giorno sconvolgente, di tremenda vittoria?! Sono talmente tante che la lingua rimane muta. Non trova spazio. Non sa da dove iniziare. Sbigottito, l’inferno trema ancora dopo due millenni.

Dice il grande San Paolo: «Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?». (Cf. 1Cor 15,54-57)

Gesù risorgendo ha vinto per sempre, perché da “giusto” ha accettato di morire per tutti. Ha accettato la morte dell’umano volere. Morte per vita.

In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. [Gv 12,24-26]

Vi supplico rimaniamo aggrappati a lui in qualunque circostanza della vita, alla adorabile Divina Volontà della Santissima Trinità che ci farà risorgere con l’Unigenito che tiene in pugno tutte le cose, giacché la nostra Vittoria in lui è per sempre. Noi non combattiamo per ottenere un premio umano, l’umano che finisce ma per ottenere la Vita Divina che non finirà giammai. Noi corriamo insieme in una corsa che non è una corsa umana, misera e meschina che mira al transeunte. I martiri lo sanno giacché lo hanno testimoniato con l’incoronazione nei Cieli.

La felicità eterna di Cristo è ben oltre poiché è ben altra cosa da tutti gli idoli di morte di questo mondo, ben confezionati ma che già mandano cattivo odore perché incapaci di risorgere per sempre.

L’unione con il Cristo celeste, principio della vita nuova.

Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria. [Col 3,1-4]

Buona Pasqua.


ANALOGIA TRA L’EDEN ED IL CALVARIO. NON SI FORMA UN REGNO CON UN SOLO ATTO. NECESSITÀ DELLA MORTE E RESURREZIONE DI NOSTRO SIGNORE.


Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino ed accompagnavo il mio dolce Gesù nelle pene della sua passione e, seguendolo nel Calvario, la mia povera mente si è soffermata a pensare alle pene strazianti di Gesù sulla croce e Lui, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:

“Figlia mia, il Calvario è il nuovo Eden, dove venne restituito al genere umano ciò che perdette col sottrarsi alla mia Volontà. Analogia tra il Calvario e l’Eden. Nell’Eden l’uomo perdette la grazia, sul Calvario l’acquista. Nell’Eden gli fu chiuso il Cielo, perdette la sua felicità e si rese schiavo nel nemico infernale. Qui nel nuovo Eden, gli viene riaperto il Cielo, riacquista la pace, la felicità perduta, il demonio resta incatenato e l’uomo libero dalla sua schiavitù.

Nell’Eden si oscurò e ritirò il Sole del Fiat Divino e per l’uomo fu sempre notte, simbolo del Sole che si ritirò dalla faccia della terra nelle tre ore della mia tremenda agonia sulla Croce, perché non potendo sostenere lo strazio del suo Creatore, causa dell’umano volere, che con tanta perfidia aveva così ridotto la mia Umanità, il Sole, inorridito, si ritirò e come io spirai ricomparve di nuovo e continuò il suo corso di luce. Così il Sole del mio Fiat, i miei dolori, la mia morte richiamarono di nuovo il Sole del mio Volere a regnare in mezzo alle creature. Sicché il Calvario formò l’aurora che chiamava il Sole del mio Eterno Volere a splendere di nuovo in mezzo alle creature.

L’aurora dice certezza che il Sole sta per uscire. Così l’aurora che formai nel Calvario assicura, sebbene siano due mila anni circa, che chiamerà il Sole del mio Volere a regnare di nuovo in mezzo alle creature. Nell’Eden il mio amore restò sconfitto da parte delle creature, qui trionfa e vince la creatura. Nel primo Eden l’uomo riceve la condanna di morte per l’anima e per il corpo, nel secondo resta sciolto dalla condanna e viene riconfermata la resurrezione dei corpi con la resurrezione della mia Umanità. Ci sono molti rapporti tra l’Eden ed il Calvario e ciò che l’uomo perdette là riacquista qui, nel regno dei miei dolori tutto vien ridato e viene riconfermato l’onore, la gloria della povera creatura, per mezzo delle mie pene e della mia morte.

L’uomo col sottrarsi alla mia Volontà formò il regno dei suoi mali, delle sue debolezze, passioni e miserie ed io volli venire sulla terra, volli tanto soffrire, permisi che la mia Umanità fosse lacerata, strappata con le carni a brandelli, tutta piena di piaghe e volli anche morire, per formare, per mezzo di tante mie pene e morte, il regno opposto a tanti mali che si era formato la creatura; un regno non si forma con un atto solo, ma con molti e molti atti e quanto più atti, tanto più grande e glorioso si rende un regno. Sicché la mia morte era necessaria al mio amore, con la mia morte dovevo dare il bacio di vita alle creature e dalle tante mie ferite dovevo far sbucare tutti i beni, per formare il regno dei beni alle creature. Quindi le mie piaghe sono sorgenti da cui sgorgano i beni e la mia morte è sorgente da dove sgorga la vita a pro di tutti.

E siccome era necessaria la morte, fu necessaria al mio amore la resurrezione, perché l’uomo, col fare la sua volontà, perdette la vita del mio Volere ed io volli risorgere per formare non solo la resurrezione dei corpi, ma la resurrezione della vita della mia Volontà in essi.

Sicché se io non fossi risorto, la creatura non avrebbe potuto risorgere di nuovo nel mio Fiat, le sarebbe mancata la virtù, il vincolo della resurrezione nella mia e quindi il mio amore si sarebbe sentito incompleto, avrebbe sentito di poter far di più senza farlo, onde sarei restato col duro martirio d’un amore non completato. Se poi l’uomo ingrato non si serve di tutto ciò che ho fatto, il male e tutto è suo ed il mio amore possiede e gode il suo pieno trionfo.”

[Luisa Piccarreta – Libro di Cielo, XXIV Vol. 12 Aprile 1928]

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *