
«LA CHIESA DI BERGOGLIO HA TOCCATO IL FONDO: UN MATERASSINO PER ALTARE E MESSA IN MARE»
«Quando si compie un abuso nella celebrazione della sacra Liturgia, si opera un’autentica contraffazione della Liturgia cattolica»
(Redempionis Sacramentum n. 169)
“Una esperienza sconvolgente” – ha detto don Mattia Bernasconi con il suo gruppo di ragazzi della parrocchia San Luigi Gonzaga di Milano. Questo non è affatto un omaggio alla Calabria ma piuttosto un disonore per tutta la Chiesa che è Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Romana. Stanno aumentando sempre più esponenzialmente gli abusi liturgici da parte dei “custodi” della fede. La domanda ora nasce spontanea. Ma la comunione ai bagnanti seduti in acqua tra i sassi della battigia tra pinne e “mascherine”: in ginocchio sulla lingua o in mano?
“Sapore di sale, sapore di mare .. ”
Oremus pro Ecclesia Sancta Dei.
(ANSA) – CROTONE, 24 LUG – Un materassino come altare in mezzo al mare, parroco e fedeli in acqua.
Così don Mattia Bernasconi, vicario della pastorale per i giovani della parrocchia di San Luigi Gonzaga di Milano, ha celebrato messa in località Alfieri, una delle spiagge più belle del crotonese.
Un omaggio alla Calabria quello di don Mattia e dei ragazzi della sua parrocchia che si trovavano a Crotone per partecipare a un campo della legalità di Libera. Nell’ultimo giorno di permanenza, il gruppo ha deciso di stare in spiaggia. Essendo domenica si doveva anche celebrare messa: “Avevamo scelto la pineta di un campeggio – spiega don Mattia – ma era occupata.
Faceva molto caldo e così ci siamo detti: perché non fare messa in acqua? Una famiglia ci ha sentito parlare ed ha messo a disposizione il loro materassino che abbiamo trasformato in altare. E’ stato bellissimo anche se ci siamo scottati”.
Il gruppo ha svolto un campo alla cooperativa Terre Joniche-Libera Terra che gestisce i terreni confiscati agli Arena a Isola Capo Rizzuto con escursioni e incontri con chi combatte in prima linea la ‘ndrangheta. “Era la prima volta – ha detto il parroco – che facevamo un campo di Libera e venivamo in Calabria. Abbiamo fatto una esperienza forte scoprendo tanta bellezza, più di quella che immaginavamo. Non solo nella natura, ma soprattutto nelle persone, nel coraggio di dire no alla ‘ndrangheta, nel desiderio di avere una terra più giusta e libera e di restare qui per migliorare la Calabria come fanno Tiberio Bentivoglio, Giovanni e Francesca Gabriele (i genitori di Dodò, il bambino ucciso su un campo di calcetto, ndr) o Anna Dattoli (la mamma di Gabriele De Tursi scomparso nel nulla a Strongoli, ndr)”.
Durante l’omelia don Mattia ha commentato le letture domenicali del rito ambrosiano incentrate sui motivi per dire sì alla legge del Signore ed entrare nella terra promessa: “L’acqua del mare che prima era agitata ed ora è così limpida – ha detto – è come la nostra esperienza che, attraverso il lavoro con Libera e l’incontro con le persone ci ha permesso di vedere le cose più chiare. La riflessione è su quello che vogliamo fare ora che torniamo a casa: impegnarci di più per legalità e rispetto o lasciare le cose come sono?”. (ANSA).

