«Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?».
Caro Sant’Alfonso,
nel giorno in cui la Chiesa fa memoria delle tue virtù e ti ringrazia per ciò che hai fatto per tante anime che hai contribuito a salvare, ti scrivo queste righe piene di amarezza e di tristezza. Devi sapere che nella Chiesa, che tu hai tanto amato e servito, le cose non vanno bene. Ma di certo tu lo sai, perché in Dio tu sai tutto. Già al tuo tempo un cardinale ti chiese consiglio per eleggere il successore di Pietro.
Perciò, ti chiedo di intercedere per la Chiesa in questo momento di buio, ove regnano smarrimento e confusione.
Al cardinale Castelli tu hai scritto che:
1) abbiamo bisogno di “orazioni e grandi orazioni”. Prega Dio che ci faccia pregare e amare la preghiera più di ogni altra cosa;
2) abbiamo bisogno del “braccio onnipotente di Dio” per “sollevare la Chiesa dallo stato di rilassamento e confusione”; chiedigli che si affretti a venire il suo Regno;
3) abbiamo bisogno di un Papa “distaccato da ogni partito e rispetto umano”;
4) abbiamo bisogno di “diligenza nell’eleggere i vescovi (da’ quali principalmente dipende il culto divino e la salute dell’anime)”.
Oltre a ciò ci hai ammonito che “le comunità religiose, quasi tutte e senza quasi, sono tutte rilassate; poiché nelle religioni, nella presente confusione delle cose, l’osservanza è mancata e l’ubbidienza è perduta”;
“nel clero secolare vi è di peggio: onde vi è necessità precisa di una riforma generale per tutti gli ecclesiastici, per indi dar riparo alla grande corruzione de’ costumi, che vi è né secolari”.
Perciò, o vescovo intrepido e zelante , ti chiedo di intercedere per la Chiesa in questo momento di prova, ove regna una morale perniciosa e mancanza di parresia evangelica.
Ti prego perché nessun pastore e nessun cristiano anteponga nulla alla salvezza delle anime!
Spero vorrai ascoltare la preghiera che ti rivolgo a nome di tanti miei fratelli.
Tuo fratello in Cristo
Francesco Maria Marino
Questa preghiera di grande respiro, unita al Santo Rosario, mentre sale e va all’Eterno Padre, all’unico Signore Iddio Uno e Trino indica anche il tempo dei dolori, il quale come fumo e caligine è entrato oramai nella Chiesa Cattolica Romana (cfr. Mt 24; Catechismo n. 675).
Gesù ha vinto il mondo, la stessa morte è stata ingoiata per la vittoria (cfr. 1Cor 15,54-57). Anche Lazzaro, quel suo grande amico, morto dopo giorni trascorsi nella malattia, “puzzava”, emanava “cattivo odore”.
Tuttavia però, mediante l’onnipotenza della sua adorabile Divina Volontà, da cadavere lo ha fatto risorgere a vita nova, il tre volte Santo. Colui che tutto può e nulla può contro di Lui.
Ebbene, su questa “roccia” teniamoci uniti e stretti. Rechiamoci a Lui con tale fede ardente insieme a quelle membra rimaste ancora sane, del suo corpo mistico.
PrendiamoGli la mano e presentiamoGli il caso, facciamo tutto il necessario affinché si compia “il miracolo” di resurrezione, così come hanno fatto nella fede Marta e Maria, prima di esser esaudite. InformiamoLo di tutto con la preghiera d’intercessione, della malattia del mondo, della Chiesa che, mentre giace, “puzza”.
Oramai cadavere.
Gli amici del Signore, dopo essere andati a chiamarLo lo hanno portato trepidanti innanzi al sepolcro, laddove, sotto gl’occhi attoniti, giaceva il corpo bendato di Lazzaro.
Sicché, con un prodigio della sua bontà lo ha rimesso dai piedi in “libertà” facendolo risorgere, Lui, il Maestro, mentre in lacrime sostava innanzi all’amico che amava e rianimava.
Così noi amici cari, fratelli e sorelle in Cristo. Dalle vostre case, da ogni angolo di luce di questa terra rimasta bendata nel sepolcro della volontà umana, buia e morta alla Grazia, a nome di un’umanità cadavere che già manda cattivo odore preghiamoLo tutti con fervore.
Adoriamo quel Messia che in fretta ritorna per l’ansia dei “migliori” a questa terra, su questo pianeta da cui era salito nell’alto dei Cieli per farlo risorgere alla vita nuova, in Lui.
Questa è l’ora.
Te lo chiediamo o Signore con le lacrime calde del cuore, spezzato ormai, affranto.
Siamo sfiniti, senza più forze, quasi atterrati e privi di te, morti dentro.
Vieni Signore Gesù, ritorna.
Questo è il tempo tanto atteso, l’ora segnalata dai secoli.
Maranatha, nella tua adorabile Divina Volontà.
Luciano Mirigliano
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s’è addormentato, guarirà». Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era gia da quattro giorni nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».
Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». Maria, dunque, quando giunse dov’era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l’avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».
Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». (Gv 11, 1-44)