«SE ANCHE GLI “ASINI” SI INGINOCCHIANO INNANZI ALL’EUCARISTIA»
«Vox clamantis in deserto dirigite viam Domini sicut dixit Esaias propheta». (Gv 1,23)
Se anche gli “asini” si inginocchiano riverenti innanzi all’Eucaristia poiché avvertono la necessità di farlo, ovvero la mula dell’eretico (tratta anche nel dipinto del 1500) allora una qualche verità essenziale l’avrà ancora la nostra fede, il Santissimo Sacramento dell’altare: vi pare?
Basterebbe osservare il dibattito ferrato accorso fra Sant’Antonio da Padova ed il suddetto eretico (tosto!) circa la presenza reale di Gesù (vero Dio e vero uomo) nell’Eucaristia. La sfida lanciata da quell’uomo incredulo al santo per dimostrare con un miracolo la vera presenza di Cristo nell’ostia consacrata, prometteva che se ci fosse riuscito avrebbe creduto e si sarebbe convertito alla vera e retta dottrina, l’unica: quella Cattolica.
E così è stato.
Pertanto, dato il grandissimo miracolo ottenuto (ad esempio passato alla storia insieme al grande miracolo eucaristico di Lanciano), occorre tributare il massimo onore all’Eucaristia, la quale non è affatto un “cioccolatino” da prendere in mano ma piuttosto Dio in Persona in corpo sangue anima e divinità, ossia Colui che nutre tutte le creature. Ed essendo Colui che riceviamo l’Autore stesso della vita, Cristo Signore, Iddio! allora va da sé, giacché noi siamo superiori agli asini (o no?), che Cristo si riceverà buon senso vuole: in ginocchio e sulla lingua.
O sono forse queste altre, invece, le cose essenziali della nostra fede, oggi, così alla moda e così stravolta da falsi pastori?
Se non siamo più in grado di difendere almeno le cose più sacre della vita (come pure la nostra esistenza), allora vuol dire che è finita per davvero per questa generazione dell’umano volere, giacche siamo diventati trans-umani ancor prima di farcelo inoculare il famoso “microchip” (o marchio della bestia) annunciato nel libro dell’Apocalisse da Giovanni l’evangelista (cf. Ap 13,16-18).
Scio cui credidi
P.S. Dopo la censura su Facebook anche questo sito internazionale è finito sotto attacco. Inoltre, finalmente una buona notizia, dal 16 giugno u.s. è di nuovo pienamente consentita la Comunione in bocca (o in ginocchio e sulla lingua) anche nell’Arcidiocesi di Milano retta da monsignor Mario Delpini. Riprendiamoci questo tesoro inestimabile, la pratica di ricevere degnamente il: Santissimo Sacramento.