«SE SI TRATTA COSÌ IL LEGNO VERDE, CHE AVVERRÀ DEL LEGNO SECCO? (Luca 22,31)»
Se la falsa chiesa dell’umano volere tratta così il legno verde, ossia Gesù Cristo e spalanca i suoi battenti per far uscire prima i veri cristiani e poi per far entrare di tutto (cani e porci! cf. Mt 7,6.12-14), che avverrà del legno secco, ossia dei tanti Giuda che lo trafiggono di spalle?
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È la nuova chiesa “All Inclusive” di papa Francesco, come la vodafone anzi come “dio” comanda; quella che ha aperto le gabbie alle passioni più corrotte degli impenitenti. Infatti, alcuni tra i “cristiani” del mondo attendevano Bergoglio come la manna dal cielo per avere finalmente l’occasione “giusta” di vedersi sdoganata una catechesi “matura” sul sesso:
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«Chi nella Chiesa esclude Lgbt è solo un infiltrato». «Il sesso è una delle cose più belle donate da Dio» (Papa Francesco: Il dialogo con i giovani su Lgbt, aborto e masturbazione.
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“Come parroco mi chiedo perché nella chiesa benediciamo di tutto, ma non l’amore omosessuale?” (don Giulio Mignani, parroco di Bonassola, La Spezia).
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E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; và e d’ora in poi non peccare più». (Gv 8,7.10-11)
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Carissimi! Si salvi chi può da questa potenza d’inganno. Un orrore. Giacché ora siamo arrivati giù in fondo, alla follia pura. Al satanismo dilagante, al regno dell’Anticristo. E non manca molto più, alla “fine”. Davvero!
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“Agnus Dei qui tollis peccata mundi, miserere nobis”.
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«Constatiamo infatti ai nostri giorni afflizioni che incombono su tutta la terra. Spesso abbiamo avuto notizia da altre parti del mondo conosciute di terremoti che distruggono innumerevoli città. Sopportiamo pestilenze senza fine. Non vediamo ancora apertamente segni straordinari nel sole e nella luna e nelle stelle, ma nella stessa mutazione dell’aria possiamo già dedurre che essi non solo lontani. Prima che l’Italia venisse consegnata alla spada straniera, abbiamo visto lampi infuocati in cielo, come sangue vivo del genere umano che poi sarebbe stato versato…».
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«Quanti dunque amano Dio sono obbligati a gioire e a rallegrarsi per la fine del mondo, poiché certamente incontreranno presto Colui che amano, mentre passerà presto il mondo che essi non hanno amato. Infatti non accada che il fedele desideroso di vedere Dio pianga per i flagelli del mondo, che egli sa destinato a finire proprio sotto il peso di essi. è infatti scritto: Chi vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio. Chi, dunque, non gioisce per l’avvicinarsi della fine del mondo, mostra di essere amico di quello e per questo motivo ha dimostrato di essere nemico di Dio. Infatti, piangere per la distruzione del mondo è proprio di quanti hanno piantato le radici del cuore nell’amore di esso, di quanti non cercano la vita futura, di quanti neppure immaginano che esista».
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«Ma dobbiamo tenere presente – ammonisce – che per attuare queste cose il Giudice invisibile mosse il soffio di un vento assai tenue, sollevò la tempesta di una sola nube, sconvolse la terra e scosse le fondamenta di tanti edifici fin quasi alla rovina. Cosa farà dunque questo giudice quando verrà Egli stesso e la sua ira si infiammerà nella punizione dei peccati, se non siamo in grado di sopportare quando ci colpisce attraverso una nube assai tenue? Paolo, pensando a questa severità del Giudice che sta per venire, dice: è terribile cadere nelle mani del Dio vivente. Dunque, tenete davanti agli occhi, fratelli carissimi, quel giorno e ciò che ora vi sembra grave vi parrà lieve a confronto di quello.
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Cosa diremo degli avvenimenti terribili di cui siamo testimoni, se non che sono preannunci dell’ira futura? Allora è necessario considerare che tanto sono dissimili da quella estrema tribolazione le presenti quanto dalla potenza del giudice differisce la persona dell’araldo. Pensate dunque, fratelli carissimi, con estrema attenzione a quel giorno, correggete la vostra vita, mutate i vostri costumi, sconfiggete con tutta la vostra forza le tentazioni del male, punite inoltre i peccati compiuti con le lacrime. Vedrete infatti al momento opportuno la venuta del Giudice eterno con animo tanto più sicuro quanto più ora vi preparate nel timore alla severità di quello».
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Così parlava papa san Gregorio Magno ai cittadini di Roma nel dicembre dell’anno 590 ricordando loro le parole del Vangelo. Così parlavano i veri Supremi Pastori della Chiesa di Cristo nelle epoche più buie dell’umanità.
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“CHE DOLORE VEDERE LE CREATURE SENZA LA NOBILTÀ DELLA VITA DELLA MIA VOLONTÀ DIVINA!”
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“Figlia mia, quando io stavo sulla terra, la mia Volontà Divina che per natura regnava in me, e quella stessa Volontà Divina, che esisteva e regnava in tutte le cose create, ad ogni incontro si baciavano insieme e sospirando il loro incontro facevano festa, e le cose create facevano a gara per incontrarsi con me e darmi gli omaggi che mi convenivano.
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Chi possiede la mia Divina Volontà tiene la vista di conoscere ciò che appartiene alla mia stessa Volontà. Solo l’uomo non mi conobbe, perché non possedeva la vista e l’odorato fino di essa; dovetti dirglielo per farmi conoscere, e molti con tutto il mio dire neppure mi credettero, perché chi non possiede il mio Volere Divino è cieco e sordo e senza odorato per conoscere ciò che ad esso appartiene.
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Il non possederlo è l’infelicità più grande della creatura, è il povero cretino, cieco, sordo e muto, che non possedendo la luce del mio Fiat Divino, se ne serve delle stesse cose create per prendere gli escrementi che esse gettano, e lascia dentro di esse il vero bene che contengono. Che dolore vedere le creature senza la nobiltà della vita della mia Volontà Divina!” (Luisa Piccarreta, Libro di Cielo XXIII Volume – 6 ottobre 1927)