APOSTASIA,  BATTAGLIA ESCATOLOGICA,  CASTIGHI,  CHIESA CATTOLICA

⟨⟨SPADE SARANNO SGUAINATE PER DIMOSTRARE CHE DUE PIÙ DUE FA QUATTRO⟩⟩

Il grande cattolico G. K. Chesterton lo aveva profetizzato già un secolo fa:

“Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto.

Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto”.

Ci sono “pastori” che hanno giurato di servire la Chiesa fino al sangue: «Usque ad effusionem sanguinis». Purtuttavia costoro non “sanno” ancora chi sia questo grande pensatore e profeta inglese.

Eppure le parole di Chesterton riecheggiano proprio adesso per questi nostri tempi così tristi e di sovversione dell’ordine divino, così catastrofici, come una melodia di straordinario conforto e consolazione. Contro lo spirito dilagante dell’apostasia nella Chiesa (cf. Catechismo n. 675), caduta nel baratro dell’impostura religiosa.

Giugno che è il mese dedicato al Sacro Cuore lo hanno fatto diventare il mese del carnevale infernale LGBTQ+ con il beneplacito degli impostori in vacanza del Colle Vaticano.

Forse quell’ora di sguainare le spade per affermare l’evidenza dei fatti è davvero arrivata, vale a dire ad esempio l’evidenza delle infinite morti improvvise causate dai sieri genici letali (maliziosamente definiti vaccini!), dell’eutanasia e dell’aborto considerati un diritto anziché un crimine, dell’identità di genere (“Il Creatore da principio li creò maschio e femmina”. Mt 19,4), etc. ?

Pare proprio di sì.
Dopo la debacle politica delle ultime elezioni, il mondo intero e l’Europa sono giunti al giro di boa. Il conto alla rovescia è iniziato per gli insensati figli delle tenebre.


Come la volontà umana riduce l’anima a brandelli e forma le piccole cittadelle sconvolte senza re e senza difesa.
Pianto di Gesù.

La mia povera mente mentre valicava il mare del Fiat Divino, a secondo la mia piccola capacità comprendevo il suo valore, la sua santità ed il gran prodigio: che la creatura vivendo in Essa può racchiudere in se stessa una Volontà sì santa ed interminabile, facendosi portatrice e posseditrice di questo Volere sì santo che coinvolge e racchiude tutto. Che il grande racchiuda il piccolo non c’è niente di meraviglia, ma che il piccolo racchiuda il grande dà dell’incredibile e solo Iddio può fare questi prodigi. Bontà divina quanto sei ammirabile e più che madre tenera ed amorosa che vuol racchiudersi nel figlio per metterlo al sicuro e farsi ripetitrice della vita del suo stesso parto per avere la gloria di poter dire: “Il figlio è tutto simile alla madre sua”!

Ma mentre la mia mente si felicitava nelle pure gioie del Fiat Divino, un turbine triste ha funestato le
mie gioie e comprendevo il grande male e l’affronto terribile che si fa a Dio quando, arbitrandoci, facciamo la nostra volontà. E l’amato Gesù ripetendo la sua breve visitina, tutto amareggiato
mi ha detto:

“Mia figlia buona, ahi, la volontà umana! Essa guerreggia Iddio e guerreggia se stessa. Le armi che muove contro il suo Creatore feriscono se stessa e la sua anima resta come un corpo fatto a brandelli innanzi a Dio; ogni atto di volontà umana la divide dal suo Creatore, dalla sua santità, dalla sua fortezza e potenza, dal suo amore ed immutabilità. Senza della mia Divina Volontà diventa, la creatura, come una città assediata, che i nemici la costringono a morire di fame ed a martoriarla in tutte le membra; con questa differenza: che i carnefici che le strappano le membra è la propria volontà, non sono i nemici che la tormentano, ma lei stessa si fa nemica di se stessa. Se tu sapessi il dolore che sento quando veggo le anime fatte a brandelli!

Ogni atto di sua volontà è una divisione che forma tra Dio ed essa, è uno spostarsi dalla bellezza della sua
creazione, è un raffreddarsi dal vero e puro amore, è smarrirsi dalla sua origine, è un prepararsi – se la volontà precipita nel mal grave – o un inferno anticipato o un purgatorio – se il male è leggero. La volontà umana è come la cancrena al corpo, che tiene virtù di far cadere le carni a brandelli e di deformare la bellezza della creatura. Povere anime senza della mia Volontà Divina!

Perché Essa sola tiene la virtù unitrice che, unificando tutto insieme, il pensiero, il desiderio, l’affetto, l’amore, la volontà umana, dà la bella forma unitiva all’anima della creatura. Invece, senza della mia Volontà il pensiero vuole una cosa, la volontà un’altra, il desiderio ne vuole un’altra, l’affetto un’altra, in modo che si dibattono tra loro, si arruffano, si dividono. Ahi, non vi è pace, né unione senza della mia Volontà! Manca chi vi mette il cemento per riunire le parti divise e renderla forte contro tutti i mali che possono insorgere. Perciò il tuo Gesù non fa altro che piangere sulle rovine di queste, più che [su] Gerusalemme sconvolta che invece di conoscere il loro Messia lo disconobbero e Gli diedero la morte.

Così la mia Volontà viene disconosciuta, mentre sta in mezzo a loro ed in loro, e formano delle loro anime piccole città sconvolte che Mi costringono a farmi ripetere la minaccia che ‘di loro non rimarrà pietra sopra pietra’. Perché senza della mia Volontà sono cittadelle senza re, quindi non hanno né chi le protegge, né chi le difende, né chi le somministri gli alimenti necessari per fare il bene e per non farle intrinsichire nel male. Ed Io piango sulla loro sorte e prego che riconoscano la mia Volontà, l’amino e la facciano regnare; e tu prega insieme con Me”.

Dopo di ciò seguivo gli atti che il mio dolce Gesù fece stando su questa terra e Lo pregavo di cuore che, in virtù dei suoi atti, facesse conoscere a tutti la sua Volontà; e seguendolo nelle vie che percorreva, la mia mente si è fermata nell’atto quando il mio Eterno Amore Gesù attraversava i campi e si dilettava di guardare i fiori e coglierli con le sue mani creatrici, ed io volevo mettere il mio Ti amo sopra di ciascun fiore, affinché si cambiassero in voce e fiori parlanti che chiedessero che il suo Volere fosse conosciuto ed amato. E Gesù, facendosi sentire, tutto bontà ha soggiunto:

“Figlia benedetta, voglio dirti i miei dolori ed il segreto del mio Cuore. Tu devi sapere che la volontà umana fu il chiodo più trafiggente del mio Cuore. Io nel percorrere le vie, i campi, guardavo i campi fioriti, gli alberi carichi di frutti e sentivo le gioie della mia Creazione, e quei campi fioriti Mi simboleggiavano, più che fiori, le bellezze, le vivacità, la freschezza ed il bel colorito della creatura, ed Io ne gioivo; ma subito il chiodo dell’umano volere Me li faceva vedere trasformati in fiori appassiti, scoloriti, secchi, declinando sullo stesso [stelo] in atto di morire, che invece di profumo cambiati in cattivo odore; ed i frutti degli alberi, acerbi ed infraciditi, simbolo del male in cui riduce la volontà umana la creatura, l’opera più bella delle nostre mani
creatrici! Io avevo un dolore e quei fiori Mi strappavano le lacrime dagli occhi, perché Mi sentivo più forte addentrare il chiodo dell’umano volere. Ed è tanto forte il mio dolore, che aspetto il tuo Ti amo che Mi chieda che ‘si conosca il bene della mia Volontà ed il male dell’umana volontà’, affinché si faccia la Mia ed aborriscano la loro.

Molte volte guadavo il cielo azzurro tempestato di stelle, ed il sole con la sua maestà sfolgorante luce che dominava tutta la terra, simbolo del cielo dell’anima; ed il sole della mia Volontà che doveva sfolgorare dentro di questo cielo, sì incantevole, che doveva dominare con la sua luce il cielo dell’anima e la bella terra fiorita dei loro corpi, ed il mio cuore aveva dei sussulti di gioia, ma che erano brevi istanti; subito il chiodo dell’umano volere, usciva in campo e, formando nubi nerissime cariche di tuoni, lampi, grandine, occultava il sole, toglieva la bella vista del cielo sereno e scaricandosi sulla povera creatura devastava il cielo dell’anima e la terra dei loro corpi, gettando ovunque desolazione e raccapriccio.

Posso dire che non feci un passo quando vissi quaggiù, che il chiodo dell’umano volere non Mi trafiggesse; dacché nacqui finché Io morii, fu proprio esso che formò il più duro e continuo mio martirio, perché Mi trasformò da bella in brutta la mia più bella opera creatrice; ed Io in tutto ciò che facevo e soffrivo avevo di mira sempre l’umana volontà per metterla in salvo. Ed oh, come amo chi chiama gli atti miei, si unisce insieme con Me e, sul rogo del mio stesso sacrificio e del mio amore, sacrifica se stessa per ottenere il gran bene che la mia Volontà fosse conosciuta e dominasse [sul]l’umano volere, fonte di tutti i mali della povera creatura! Perciò sempre insieme con Me ti voglio, non Mi lasciare mai solo per poter ripetere la mia
vita in te.”

Deo gratias!

(Luisa Piccarreta, Libro di Cielo, XXXI Vol. 5 Marzo 1933)

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