
«UNA CHIESA DEVASTATA DAI CINGHIALI»
“Perché hai abbattuto la sua cinta e la vendemmiano tutti quelli che passan per la via? L’ha devastata il cinghiale dalla selva e un’eccezionale bestia selvatica se n’è pasciuta” (Sal 79, 13-14).
“Per molti secoli, la Chiesa ha inconsapevolmente sviluppato un’intera filosofia e morale piena di classificazioni, per classificare le persone… Questo può ricevere la comunione, questo no… Questo può essere perdonato, questo no. Terribile che sia successo”.
Questa dichiarazione rappresenta la cifra del neo Prefetto del DDF Víctor Manuel Fernández detto “Tucho”, anch’esso argentino.
È l’ultima sciagura della Chiesa abbattutasi sul Sant’Uffizio, ossia sull’opera di Joseph Ratzinger (si è consumata una vendetta!), che segna il trionfo della dittatura del relativismo: “tutto mi è lecito!“.
La scandalosa nomina del neo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede ha chiuso la lunga stagione segnata da Benedetto XVI. Un vero garante della fede cattolica.
Il nuovo cardinale eletto da Bergoglio, Tucho Fernández sta umiliando la Chiesa davanti agli occhi del mondo intero, come non mai, col suo doc. eretico: “Fiducia Supplicans“, che promuove l’aberrante benedizione delle “coppie” d’ogni risma e vizio.. Siamo in piena sovversione anticristica degli autentici insegnamenti di Cristo. Pertanto occorre opporsi con tutte le proprie forze, pena la dannazione delle anime.
O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. (1Cor 6,9-10).
Questa è l’ora triste dell’apostasia che sta attraversando il mondo (dell’umano volere!), profetica, ossia della potenza d’inganno (cf. Catechismo n. 675; 2Tess 2,3-12) la quale segnerà lo spartiacque definitivo tra la vera Chiesa e i falsi cattolici. Prima del ritorno di Cristo sulle nubi del cielo che viene a giudicare le nazioni.
Sì. Nel rispetto della verità sia fatta giustizia affinché questo soggetto venga allontanato da tale incarico di Prefetto del DDF.
Oremus pro Ecclesia sancta Dei
Dice il Signore a Luisa Piccarreta:
“Carità; la carità non è altro che uno sbocco dell’Essere Divino, e questo sbocco l’ho diffuso in tutto il creato, di modo che tutto il creato parla dell’amore che porto all’uomo, e tutto il creato insegna il modo come deve amarmi, cominciando dall’essere più grande fino al più piccolo fiorellino del campo”.
“Vedi — dice all’uomo [il piccolo fiorellino del campo] — col mio soave odore e collo starmi sempre rivolto al cielo, cerco di mandare un omaggio al Creatore; anche tu fa che tutte le tue azioni siano odorose, sante, pure; non fare che col cattivo odore delle tue azioni [tu] offenda il Creatore. Deh! O uomo — ci ripete il fiorellino — non essere così insensato da tener l’occhio fisso alla terra, ma alzalo al cielo; vedi, lassù è il tuo destino, la tua patria, lassù è il mio e tuo Creatore che ti aspetta”.
L’acqua che continuamente scorre sotto dei nostri occhi, ci dice ancora: “Vedi, dalle tenebre sono uscita, e tanto devo scorrere e correre, fin quando che giungerò a seppellirmi nel luogo donde uscii. Anche tu, o uomo, corri, ma corri nel seno di Dio, da dove uscisti. Deh! Ti prego, non correre le vie storte, le vie che menano al precipizio, altrimenti guai a te”.
Anche le bestie più selvatiche ci ripetono: “Vedi, o uomo, come devi essere selvatico per tutto ciò che non è Dio; vedi, quando noi vediamo che qualcuno si avvicina a noi, coi nostri ruggiti mettiamo tanto spavento che nessuno ardisce d’avvicinarsi più e disturbare la nostra solitudine. Anche tu, quando il lezzo delle cose terrene, ossia le tue passioni violente, stanno per farti infangare e farti cadere nel precipizio delle colpe, coi ruggiti della tua preghiera e col ritirarti dalle occasioni in cui ti trovi, sarai salvo da ogni pericolo”.
Così di tutti gli altri esseri, che dirli tutti sarebbe troppo lungo. Ad unanime voce risuonano fra loro e ci ripetono: “Vedi, o uomo, per amor tuo ci ha creato il nostro Creatore e tutti a tuo servizio stiamo, e tu non essere tanto ingrato; ama, ti prego, ama, ti ripeto, ama il nostro Creatore”.
Dopo di ciò, il mio amabile Gesù mi disse: “Questo è il tutto che voglio: Amare Dio ed il prossimo per amor mio. Vedi quanto ho amato l”uomo, ed esso è tanto ingrato; come vuoi tu che non li castighi?”
[Libro di Cielo II Vol. 13 Marzo 1899]

