«QUANDO CHARLIE KIRK FU ASSASSINATO, INDOSSAVA LA MEDAGLIA DI SAN MICHELE ARCANGELO. LA CROCE»
La moglie di Charlie, Erika Kirk, ha rivelato che quando suo marito fu assassinato, un apostolo della volontà di Dio (14 Ott 1993 + 10 Set 2025), indossava la medaglia raffigurante il Principe della Milizia angelica, difensore degli amici di Dio e protettore del suo popolo: san Michele Arcangelo. Erika Kirk ora indossa una croce, con ancora tracce di sangue nella fessura.
Ci fu un tempo in cui il Creatore provò la fedeltà degli Angeli, ma essi, un gran numero, inorgogliti della loro propria eccellenza si sollevarono contro l’autore di tanti doni preziosi. L’Arcangelo san Michele precipitò nell’abisso i ribelli, mercé la possanza irresistibile del nome di Dio; vittoria significata dal nome stesso dell’Arcangelo: Quis ut Deus; chi è come Dio? San Michele è stato sempre considerato come l’Angelo difensore delle nazioni fedeli.
Dopo la prima guerra in paradiso, san Michele Arcangelo è protagonista anche nella seconda guerra terrena della donna vestita di sole, ossia di Maria Santissima contro il drago infernale e la sua stirpe.
Michele guida di nuovo alla vittoria la milizia celeste degli angeli di Dio contro Lucifero, che fu serafino e perciò fratello degli Arcangeli, e i suoi angeli (un terzo del totale), ribelli e apostati. Secondo la profezia, alla fine, san Michele Arcangelo è destinato a squillare la tromba annunciatrice del gran giudizio universale, quando, dopo aver ricapitolato ogni cosa in Cristo, il Regno dei cieli, ossia il Regno della Divina Volontà, verrà riconsegnato da Gesù Cristo a Dio Padre per l’eternità.
Che san Michele ci protegga e ci guidi nel durissimo combattimento attuale contro il male e i suoi figli, in un tempo di furenti lotte mai visto, contro l’impero delle tenebre. Ci auguriamo che anche in Italia accada ciò che è accaduto negli Stati Uniti: il risveglio. Ma senza spargimento di sangue.
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia. Sii la nostra forza e protezione contro la malvagità del diavolo e le insidie dell’umano volere.
Di seguito il discorso integrale di Erika Kirk al funerale del marito, Charlie. Il discorso è un grande manifesto della fede cattolica. Un testamento spirituale pieno del vero amore paolino, la carità cristiana. Esemplare messaggio della donna e moglie di un vero testimone della fede in Gesù Cristo. Di un grande giovane martire della Chiesa dei tempi moderni.
Oremus pro Ecclesia sancta Dei.
“LASCIA CHE IL MIRACOLO DELLA VITA DI CHARLIE SIA ANCHE LA TUA SVOLTA”
Dio vi benedica tutti per essere venuti qui da tutto il mondo, per onorare e celebrare il mio
Charlie. A pochi chilometri da qui, due anni fa, all’America Fest 2023, Charlie ha tenuto un
discorso sul palco per il nostro evento TP USA Faith.
Charlie ama parlare a braccio. È molto bravo in questo, senza un copione. Quindi personalmente non sapevo cosa avrebbe detto. E ciò di cui ha scelto di parlare quel giorno è stata la sua sottomissione alla volontà di Dio.
Ha citato uno dei suoi versetti biblici preferiti, Isaia 6:8. “Eccomi, Signore. Manda me”.
Dopo che Charlie ebbe finito, l’ho incontrato nel backstage e gli ho parlato, non lo dimenticherò
mai. Gli ho detto: “Charlie, tesoro, per favore parlami la prossima volta prima di dire quella
frase. Perché quando dici una cosa del genere, c’è così tanta potenza, quando dici: ‘Eccomi,
Signore, usami’, che Dio ti prenderà in parola”. E lo ha fatto con Charlie.
Undici giorni fa Dio ha accettato quella totale resa di mio marito e lo ha chiamato al suo fianco.
Più di ogni altra cosa, Charlie voleva fare non la sua volontà, ma quella di Dio. E in questi ultimi
11 giorni, nonostante tutto il dolore, mai prima d’ora ho trovato tanto conforto come ora nelle
parole del Padre Nostro: “Sia fatta la tua volontà”. L’amore di Dio mi è stato rivelato proprio il
giorno in cui mio marito è stato assassinato.
Nel pomeriggio del 10 settembre sono arrivata in un ospedale dello Utah per fare l’impensabile:
vedere il corpo assassinato di mio marito. Ho visto la ferita che gli ha tolto la vita, ho provato
tutto quello che ci si aspetterebbe di provare: h o provato shock, ho provato orrore e un dolore
al cuore che non sapevo nemmeno esistesse, ma c’era anche qualcos’altro. Anche nella morte,
potevo vedere l’uomo che amo. Ho visto l’unico capello grigio su un lato della sua testa, di cui
non gli avevo mai parlato. Ora lo sa. Scusa, tesoro, te lo dico ora. Ma non gliel’ho mai detto.
Non volevo. Ho visto anche questo. Ho visto anche sulle sue labbra un flebile sorriso. E questo
mi ha detto qualcosa di importante. Mi ha rivelato una grande misericordia di Dio in questa
tragedia. Quando l’ho visto, ho capito che Charlie non aveva sofferto. Persino il medico mi ha
detto che la sua morte era stata qualcosa di così istantanea che, anche se Charlie fosse stato
colpito dentro sala operatoria stessa, non si sarebbe potuto fare nulla.
Non c’era dolore. Non c’è paura, non c’è agonia. Un attimo prima Charlie stava facendo ciò che amava:
discuteva e dibatteva nel campus, lottava per il Vangelo e la verità di fronte a una grande folla e poi ha
chiuso i suoi occhi e si è trovato di fronte al suo salvatore in Paradiso. E tutti i misteri celesti gli
sono stati rivelati.
L’amore di Dio ha continuato a rivelarsarsi su di me nei giorni successivi. Il giorno dopo, sulla
pista dell’Air Force Two, mi sono confrontata con Usha Vance, una donna preziosa. Le tebevo
la mano e le ho detto onestamente: “Non so come posso affrontare tutto questo”. Mi ha risposto
così: “Sai, quando sei su un aereo con i tuoi figli e sono gli ultimi 15 minuti di volo e la
situazione è caotica. I bambini non collaborano, i giocattoli volano ovunque e tutti urlano. E
pensi: “Non vedo l’ora che questo volo atterri. E mancano 15 minuti al tuo arrivo”. E mi disse:
“Supererai questi 15 minuti e anche i successivi 15 minuti”. Usha, non credo che tu te ne sia
resa conto allora, ma quelle parole erano esattamente ciò che avevo bisogno di sentire. Ma
soprattutto, la misericordia e l’amore di Dio mi sono stati rivelati in questi ultimi dieci giorni.
Dopo l’assassinio di Charlie, non abbiamo visto violenza. Non abbiamo visto rivolte. Non
abbiamo visto la rivoluzione, invece, abbiamo visto ciò che mio marito ha sempre pregato di
vedere in questo Paese: abbiamo visto un risveglio. La scorsa settimana, abbiamo visto
persone aprire una Bibbia per la prima volta in un decennio, abbiamo visto persone pregare per
la prima volta da quando erano bambini, abbiamo visto persone andare a una funzione religiosa
per la prima volta in tutta la loro vita.
A Charlie piaceva tenere un diario, e lo dico perché lo faceva per ricordare momenti importanti e
frasi che lo avevano segnato. E una delle cose che scrisse nel suo diario era questa: Ogni volta
che prendi una decisione, questa lascia un segno nella tua anima. A quelli di voi là fuori che
hanno appena preso quella decisione e hanno fatto il primo passo verso una vita spirituale, dico
“grazie e benvenuti”. Un giorno, spero che guardiate indietro e vi rendiate conto che è stata la
decisione più importante della vostra vita. Perché lo è. Per tutti voi. Lo è. Per tutti voi che siete
già credenti. È vostro compito guidare queste persone. Non prendetelo alla leggera. Annaffiate
il seme della loro fede. Proteggetelo e aiutatelo a crescere.
Ogni giorno, mentre Charlie entrava in ufficio, scorreva la sua lista dei contatti – e so che molti
di voi erano tra questi – scorreva la sua lista dei contatti e inviava i versetti della Bibbia del
giorno. Sapeva che la fede è un’abitudine, più la vivi, più cresce, ma sappi anche questo: il
seme è stato appena piantato, il nemico ti tenterà di più in un momento come questo, Dio sarà
sempre lì per te, ma tu devi scegliere di orientare la tua anima ogni giorno, ancora e ancora
nella direzione di Cristo. Prega ancora, leggi di nuovo la Bibbia, vai in chiesa domenica, e la
domenica successiva, e quella dopo ancoraE liberati dalle tentazioni e dalle catene di questo
mondo. Essere un seguace di Cristo non è facile. Non è previsto che lo fosse.
Gesù ha detto: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e
mi segua”. Ha detto che sarebbe stato perseguitato, ha detto che saremmo stati perseguitati.
Charlie lo sapeva, e ha portato con letizia la sua croce fino alla fine. Voglio che tutti voi lo
sappiate, certo Charlie è morto troppo presto, ma era anche pronto a morire. Non c’era niente,
niente che stesse rimandando, che fosse troppo difficile o troppo faticoso o niente che
semplicemente non volesse fare, ha lasciato questo mondo senza rimpianti. Ha fatto il 100% di
quello che poteva ogni giorno. E vi dico un’altra cosa.
Charlie è morto con un lavoro incompiuto, ma non con una missione in sospeso.
Mi mancherà. Mi mancherà tantissimo. Perché il nostro matrimonio e la nostra famiglia erano
bellissimi. Lo sono ancora. La causa più importante nella vita di Charlie era cercare di far
rivivere la famiglia americana. Quando parlava ai giovani, era sempre desideroso di raccontare
loro la visione di Dio sul matrimonio e di come, se avessero avuto il coraggio di viverla, avrebbe
arricchito ogni aspetto della loro vita, proprio come aveva arricchito la nostra. Una volta
qualcuno mi è stato chiesto come facessimo io e Charlie a mantenere così forte il nostro
matrimonio quando lui era impegnato in viaggio. Era il nostro piccolo segreto, lettere d’amore.
Ogni sabato, Charlie me ne scriveva uno. Non ha mai saltato un sabato. E in ognuno di quei
bigliettini, mi raccontava qual era stato il momento clou della settimana, quanto fosse grato per
me e per i nostri bambini. E alla fine, concludeva sempre con la domanda più bella, concludeva
sempre chiedendo: “Per favore, fammi sapere come posso servirti meglio come marito, dimmi
come posso essere un marito migliore”.
Charlie aveva perfettamente compreso il ruolo di Dio per un marito cristiano: un uomo che guida
per poter essere a servizio.
A tutti gli uomini che guardano da tutto il mondo, accettate la sfida di Charlie e abbracciate la vera virilità: siate forti e coraggiosi per le vostre famiglie, amate le vostre mogli e guidatele, amate i vostri figli e proteggeteli, siate la guida della vostra casa anche nella fede. Ma per favore, siate una guida degna di essere seguita da vostra moglie. Vostra moglie non è la vostra serva, vostra moglie non è la vostra dipendente, non è la vostra schiava.
È la vostra alleata, non siete rivali. Siete una sola carne. Lavorate insieme per la gloria di Dio.
Ero la confidente di Charlie. Ero la sua fortezza, la sua consigliera più vicina e fidata, la sua
migliore amica. Mi sono riversata su di lui e l’ho amato profondamente. Gli ho dato forza perché
il suo amore per me mi spingeva a essere una moglie migliore. Ogni giorno mi onorava. E
pregavo di poter essere la moglie che Dio voleva che fossi per mio marito. Donne, ho una sfida anche per voi: siate virtuose.
La nostra forza risiede nel disegno di Dio per il nostro ruolo, siamo le custodi, siamo quelle che incoraggiano, siamo quelle che preservano.
Custodite il vostro cuore. Tutto ciò che fate scaturisce da esso. E se siete madri, vi prego di
riconoscere che questo è il compito più importante che avete. Noi cercavamo di accompagnarlo
quando potevamo, ma mi assicuravo che, quando Charlie tornava dal lavoro, quello fosse il suo
luogo sacro, lontano dalle preoccupazioni del mondo. Non lo facevo sentire in colpa per essere
stato via troppo a lungo, o per essere tornato a casa troppo tardi, gli dicevo sempre che la casa era qui per lui, pronta ad accoglierlo. E l’ho trasformata nel posto in cui voleva tornare il prima possibile quando era in viaggio.
Non si tenevano i conti fra noi, eravamo una squadra che lavorava insieme per la stessa
missione. Non ho mai voluto essere quella che si frapponeva tra Charlie e il compito che Dio
aveva preparato per lui e gli aveva assegnato, e sapevo che Charlie avrebbe sempre fatto del
suo meglio per esser mio alleato. Il mio matrimonio con Charlie è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, e so che è stata la cosa migliore che sia mai capitata anche a lui. Voleva che tutti provassero quella gioia.
Ed è questo che rende così bello il progetto di Dio per il matrimonio: che tutti possono. Potrei
parlarne all’infinito. Negli anni a venire, lo farò. Ma la missione di Charlie, soprattutto, era rivolta
direttamente a coloro che non sono sposati. Aveva scelto un nome appropriato per la sua
organizzazione, sapeva che le cose non andavano bene in America, e soprattutto tra i giovani,
e che avevano bisogno di una nuova direzione. Charlie desiderava ardentemente raggiungere e
salvare i Ragazzi Perduti del West, i giovani che si sentono senza direzione, senza scopo,
senza fede e senza motivo di vivere, uomini che sprecano la loro vita in distrazioni, consumati
dal risentimento, dalla rabbia e dall’odio. Charlie voleva aiutarli. Voleva che trovassero una casa
con Turning Point USA, e quando andava al campus, voleva mostrare loro un percorso migliore
e una vita migliore, che era a portata di tutti, lui volava mostrarglielo.
Mio marito, Charlie. Voleva salvare giovani uomini, proprio come quello che gli ha tolto la vita,
oh. quel giovane. Sulla croce il nostro Salvatore disse: “Padre, perdonali, perché non sanno
quello che fanno”. Quell’uomo, quel giovane, io lo perdono. Lo perdono perché è ciò che Cristo
ha fatto nella sua vita. Ciò che Charlie avrebbe fatto. La risposta all’odio non è l’odio. La
risposta che conosciamo dal Vangelo è l’amore, e sempre amore.
Amore per i nostri nemici e amore per coloro che ci perseguitano.
Il mondo ha bisogno di Turning Point USA. Ha bisogno di un gruppo che allontani i giovani dal
sentiero della miseria e del peccato. Ha bisogno di qualcosa che allontani le persone
dall’inferno in questo mondo e nell’altro. Ha bisogno di giovani indirizzati verso la verità e la
bellezza. E quindi vi prometto, oggi, che ogni aspetto del nostro lavoro diventerà più grande.
Sono immensamente onorato di essere il nuovo CEO di Turning Point USA, non lo prendo alla
leggera, Charlie ed io eravamo uniti nello stesso obiettivo, la sua passione era la mia passione.
E ora la sua missione è la mia missione. Tutto ciò che Turning Point USA ha costruito grazie
alla visione e al duro lavoro di Charlie, lo renderò dieci volte più grande grazie al potere della
sua memoria. USA Faith aggiungerà migliaia di nuovi pastori e decine di membri della
congregazione. E sì, gli eventi del campus continueranno e continueremo a tenere dibattiti e
confronti.
Il Primo Emendamento della nostra Costituzione è l’emendamento più umano. Siamo esseri
naturalmente parlanti, naturalmente credenti, e il Primo Emendamento protegge il nostro diritto
a fare entrambe le cose. Nessun assassino ci impedirà mai di difendere questi diritti. Mai.
Perché quando si mina il confronto, quando si spezza il dialogo, questo è ciò che accade.
Quando perdiamo la capacità e la volontà di comunicare otteniamo violenza.
E mentre sono qui ora e guardo questa bellissima foto di mio marito davanti a me, appesa allo
stadio, penso a mio marito 13 anni fa. Non l’avevo ancora incontrato. Aveva 18 anni. Un uomo.
Appena uscito dal liceo, che correva per i corridoi della Camera dei Rappresentanti senza un
dollaro in tasca e un solo contatto sul telefono.
Chi lo vedeva diceva che non sapeva cosa stava facendo, ma lui lo sapeva. Sapeva cosa stava facendo. Sapeva esattamente cosa stava facendo. Avrebbe cambiato il mondo. E lo ha fatto.
La vita di Charlie è stata una svolta per questo Paese. È stato un miracolo. Lascia che quel
miracolo della sua vita sia anche la tua svolta: scegli la preghiera, scegli il coraggio, scegli la
bellezza, scegli l’avventura, scegli la famiglia, scegli una vita di fede, soprattutto, scegli Cristo.
Ti amo, Charlie, tesoro. E ti renderò orgoglioso.
Dio vi benedica tutti. E Dio benedica l’America.


